Come ho già detto altre volte, io sono nata e cresciuta (fino ai 28 anni) in un piccolo paesino della Bassa Lomellina, ancora in Lombardia ma al confine con il Piemonte, sulle rive del Grande Fiume (oddio, mi sembro Guareschi).
La vita nei paesi è decisamente diversa da quella in città, il paese ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Per esempio, io ricordo (non ridete, ricordo davvero!) che il passare delle stagioni era segnato da alcuni avvenimenti che portavano a vestirsi in modo diverso, e da lì la frase che ricorreva era: "ecco, è finita la stagione!".
Faccio esempio: la seconda domenica di settembre era (ed è tuttora) "il giorno della festa", cioè la festa patronale del paese. Il martedi mattina c'è una fiera lungo tutte le strade del paese, e per riuscire a vedere tutto quanto e magari acquistare cose per la nuova stagione invernale, bisognava uscire presto al mattino. Però, chissà come mai, faceva già fresco, e quindi si mettevano tuta, calze, giubbottino. Ed era finita l'estate.
Il primo ottobre poi, primo giorno di scuola, altro grande evento. Nuovi grembiulini (per i maschietti le casacchine), fiocco azzurro (chi già confezionato e chi, come me, fatto col nastro, che poi ogni tanto dovevi rifare), collettino bianco (io fatto all'uncinetto dalla mia mamma). Ed erano finite le vacanze. (ndr. per gli spiritosi: le vacanze potevano essere la stagione di chi andava a scuola).
Il giorno dei santi, si andava al cimitero al pomeriggio per la funzione, ma siccome si svolgeva all'aperto, e faceva già un bel freddo becco, con nebbia e umidità, ci si metteva il cappotto, guanti, sciarpa e cappello (c'erano anche, naturalmente, le madame che sfoggiavano la pelliccia, ma quelle lo fanno anche ora anche se non fa più così freddo). Ed era finito l'autunno.
Poi arrivava il carnevale, la maggior parte nel pieno dell'inverno, ci si mascherava, e immancabilmente i costumi erano troppo leggeri per la stagione. Ed ecco arrivare l'influenza stagionale (che non è una stagione, ma segna parecchio).
A Pasqua, ecco di nuovo i giubbini leggeri, abitini, maniche corte, scarpine chiare. Ecco arrivata la primavera.
Fine maggio o inizio giugno, ultimi giorni di scuola, trascorsi a fare passeggiate tra i campi con la maestra e i compagni di scuola, ad imparare i nomi delle piante e delle coltivazioni. E poi finalmente, finita la scuola, via le calze, vestiti leggerissimi, sandali, giochi, uscite con gli amici anche fino a tardi. Ecco l'estate.
E via di nuovo....