lunedì 30 marzo 2009

"Lei" e "tu"

Ho letto qualche giorno fa, nel mio (pochissimo) peregrinare sul web,  il blog di Agape, amico, seppur virtuale, ormai da qualche anno, il quale ha scritto che, per una forma di rispetto, lui in ufficio si rivolge alle colleghe (subalterne, visto che lui è direttore) dando loro del "lei".

Naturalmente va più che bene, visto che i rapporti sono quasi esclusivamente lavorativi. Ma, e qui porto invece la mia esperienza, a volte e in certi ambienti (piccoli), il dare del "lei" mi da l'impressione che porti un distacco e un senso di "scala gerarchica" che non sempre rende piacevole la giornata lavorativa.

Dove lavoro, io e le mie colleghe diamo del "tu" al nostro direttore (che ricopre esattamente la stessa figura di Agape), e in questo modo, abbiamo creato un ambiente molto piacevole e anche, perchè no, divertente.

Io lavoro col mio direttore da ormai 8 anni, e lo considero prima di tutto un amico (e tra amici mica si mantengono le distanze, no?), e se devo dirla tutta, visto che lui a settembre avrà la fortuna di andare in pensione, credo che soffrirò parecchio per la sua mancanza, non solo per il sostegno che ci da dal punto di vista lavorativo, ma anche per il suo essere sempre allegro e "di compagnia", il che ci fa trascorrere le ore lavorative in modo meno pesante.

Non credo assolutamente che il dare del "tu" ad un superiore (se te lo concede, naturalmente) sia deleterio per il lavoro, anzi! 

Certo, poi ci sono figure istituzionali a cui si da del "Lei" in modo naturale,  senza "forzature".  Ciò non toglie che si porti più rispetto a chi si da del "lei" piuttosto che a chi si da del "tu".

E... mio caro Agape... non capiterà di certo, visto che siamo molto, ma molto lontani, ma se mai potesse capitare di lavorare insieme, sappi che io non ti darò mai del "Lei"! 

sabato 21 marzo 2009

E' arrivata? Mah!

Non ho ancora ben capito se la prima vera è davvero arrivata. Le piante son piene di gemme, i fiori spuntano qua e là, ma proprio da ieri ha ripreso a fare un freddo caino!


Vabbè... visto che la primavera è anche il risveglio dell'amore e dei buoni sentimenti, vi lascio questo pensiero di Leo Buscaglia:


L'amore può soltanto essere dato e liberamente espresso. Non può essere catturato, non può essere afferrato e trattenuto. Non è un'entità che si possa legare oppure stringere in pugno. Esiste in ogni persona ed in ogni cosa, in varie forme e gradi, ed attende solo di essere tradotto in realtà.

Non sussiste al di fuori dell'ego individuale. Né vi sono specie diverse d'amore.

L'amore è amore, e basta.


BUONA PRIMAVERA!!!

giovedì 12 marzo 2009

La vita

ll paradosso del nostro tempo:

abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse

autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,

più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,

più conoscenza, ma meno giudizio,

più esperti e ancor più problemi,

più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo,  fumiamo troppo,

spendiamo senza ritegno,  ridiamo troppo poco,

guidiamo troppo veloci,  ci arrabbiamo troppo,

facciamo le ore piccole,  ci alziamo stanchi,

vediamo troppa TV e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,

ma ridotto i nostri valori.

Parliamo troppo,

amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso e con troppa facilità.

Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,

ma non come vivere.

Abbiamo aggiunto anni alla vita,  ma non vita agli anni.

Siamo andati e tornati dalla Luna,

ma non riusciamo ad attraversare la strada

per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno,

ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.

Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.

Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo di meno.

Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.

Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.

Costruiamo computers più potenti per contenere più informazioni

e per produrre più copie che mai,

ma comunichiamo sempre meno fra di noi.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,

grandi uomini e piccoli caratteri,

ricchi profitti e povere relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,

case più belle ma famiglie distrutte.

Questi sono i tempi dei viaggi veloci,

dei pannolini usa e getta,  della moralità a perdere,

delle relazioni di una notte

e delle pillole che possono farti fare di tutto,

dal rallegrarti, al calmarti, all' ucciderti.

E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina

e niente in magazzino.

Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera

e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri

o di cancellarle.


Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora,

perché non saranno con te per sempre.

Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda

dal basso in soggezione,

perché quella piccola persona presto crescerà  

e lascerà il tuo fianco.

Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona

che ti sta a fianco,

perché è l' unico tesoro che puoi dare con il cuore

e non costa nulla.

Ricordati di dire "vi amo" ai tuoi cari,

ma soprattutto di pensarlo.

Un bacio e un abbraccio possono curare ferite

che vengono dal profondo dell' anima.

Dedica tempo all' amore,

dedica tempo alla conversazione

e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.



E RICORDA SEMPRE:

la vita non si misura da quanti respiri facciamo,

ma dai momenti che ci tolgono il respiro.



Buona Vita.

giovedì 5 marzo 2009

Piccole bassezze

No, per "bassezze" non intendo parlare del nano malefico che come ultima (ma solo in ordine di tempo) idea ha elevato l'età pensionabile delle donne a 65 anni, per non parlare della splendida proposta dello sciopero virtuale...  Bah!

No, voglio raccontare un piccolo episodio accadutomi l'altra sera.

Sono andata al controllo dalla dietologa, accompagnata da mio marito. Arriviamo in studio e in sala d'attesa c'erano 3 persone.

Due di loro, marito e moglie, davano l'impressione di essere più che benestanti. Vestiti benissimo, capi firmati, cappotto per lui e giaccone di pelle per lei, gioiellerie ambulanti, aria tipicamente da snob, aspettavano la figlia che stava effettuando il controllo dalla dottoressa.

Tra l'altro tutti e tre sono in cura, perchè a turno sono entrati per la visita, e dei tre (anche la figlia, esattamente come i genitori, tutta snob) nessuno, credetemi, nessuno aveva bisogno di dimagrire.

Ma si sa, i ricchi devono avere una certa apparenza no?

Bè, comunque, io mi son messa a leggere una rivista e mio marito aveva adocchiato il catalogo dell'Ikea. Lo stava prendendo per sfogliarlo e "la signora" glielo ha praticamente preso dalle mani, per metterselo sulle ginocchia a mo' di tavolino, visto che doveva scrivere un bigliettino.

Finite le visite, i tre "splendidi" si sono rimessi i loro cappottini, sono "giustamente" rientrati dalla dottoressa insieme ancora per 5 minuti (tanto noi non c'avevamo niente da fare, lì ad aspettare, erano solo le 19.30), e se ne sono usciti senza neanche salutare.

La signora che aspettava con noi è quindi entrata per il suo controllo, e in sala d'attesa siamo rimasti io e mio marito che a quel punto ha sbottato indignato: "Ma che cavolo! Roba da matti! Non c'è limite al peggio!". Io alzo gli occhi dalla rivista e lo guardo interrogativa, e lui mi spiega che i "signori" appena usciti... si sono portati via il catalogo dell'Ikea!!!!

Ma dico! Si può arrivare al punto di rubare le riviste dalla sala d'attesa di un medico? Naaaaaaaaaaa!!!!!