giovedì 28 febbraio 2008

Non hai paura

Ho deciso in fretta di fare questo intervento. Ogni problema di salute cerco di risolverlo nel minor tempo possibile.

Mi è stato detto (mi si dice spesso, in verità): "Sei una persona forte, non hai paura!".

No, chiariamo alcune cose.

Prima di tutto non sono un'eroina. Avrei tranquillamente evitato di fare qualsiasi intervento, non sono masochista a questo punto.

E ho paura, come tutti. Solo che ho imparato, con il tempo e anche un po' per l'educazione ricevuta e l'esperienza diretta ed indiretta, che questo tipo di paura bisogna incanalarla a far sì che diventi una cosa positiva, la paura che ti dà la spinta a risolvere il problema di salute, la paura che se non intervieni prima possibile, ora che il danno è limitato, poi potrebbe peggiorare.

Ecco, forse, sono fortunata in questo. Riesco a sfruttare la paura per raggiungere questi obiettivi, e non lascio che blocchi ogni cellula a rifiutare tutto ciò che invece può servire a stare meglio. Perchè purtroppo la paura fa di questi scherzi.

E ultima cosa, non sono una persona forte. Perlomeno, forse lo sembro, ma in fondo sono solo una persona pratica, che, come per ogni cosa, mette sul tavolo i pro e i contro, e vede dove pende la bilancia.

Come ho detto anche al mio medico di base l'altro giorno, che mi faceva i complimenti perchè "sono forte, e prendo le cose nel modo giusto": devo per forza essere così perchè se mi disperassi, o mi deprimessi non servirebbe a nulla e a nessuno, prima di tutto a me stessa e poi a chi mi sta vicino. Invece in questo modo, io riesco a stare più tranquilla e le persone che amo si preoccupano il giusto, senza entrare in panico.

Si tratta solo di esser logici, pratici e con i piedi per terra. Tutto qui. Può anche darsi che sia davvero il modo giusto.

Certo, a volte sento il peso dell'essere così, perchè ci sono momenti in cui avrei bisogno di esser sostenuta (e lo sono, anche se ognuno lo fa a modo suo), ma poi penso che la mia natura non è quella di essere incoraggiata, ma di incoraggiare chi mi sta intorno, anche se quella ad aver bisogno sono io.

Per cui, domani Day Hospital per gli esami di routine e le chiacchierate con anestesista e ortopedico, che cercherò di corrompere con ogni mezzo affinchè mi mettano in cima alla lista, lunedi, così mi tolgo subito il pensiero.

Vi racconterò poi com'è andata.

Buon weekend a tutti quanti!

mercoledì 27 febbraio 2008

Effervescenze personali

Permettetemi di gasarmi un pochetto... Ho scoperto pochi giorni fa di essere di madrelingua "insubre", che non è una parolaccia, ma è semplicemente il nome che han voluto dare al dialetto che si parla nella zona della Lombardia occidentale. Riporto direttamente da Wikipedia:


Propriamente, la lingua insubre era la lingua dei Galli insubri,  una popolazione celtica,  cui viene attribuita la fondazione di Milano. L'insubre doveva essere una varietà di gallico, cioè una lingua celtica continentale.

Recentemente è invalso l'uso —al di fuori degli ambiti scientifici— di definire, in modo improprio, lingua insubre l'insieme dei dialetti lombardi occidentali.

Il dialetto lombardo occidentale o insubre è un dialetto gallo-italico della lingua lombarda la quale  è riconosciuta come "lingua minoritaria" europea dal 1981 e inoltre censita dall'UNESCO  tra quelle meritevoli di tutela.

Il lombardo occidentale è parlato nel territorio dell'Insubria, ovvero in provincia di Milano, di Monza, di Lodi, di Pavia, di Como, di Varese, di Lecco, di Sondrio,  di Verbania, di Novara, nel Canton Ticino e in alcune valli del Canton Grigioni, oltre che in piccole sezioni della provincia di Cremona (non il distretto cremasco) e della provincia di Vercelli (la Valsesia).


Io sono nata in un paesino in provincia di Pavia (tutta la mia famiglia, tornando parecchio indietro nel tempo, è originaria di quella zona) e si sa che nei paesi si parla di più in dialetto che in italiano, quasi. Almeno, una volta era così, forse ora non più. Io faccio ancora parte di queste generazioni. Quando mi capita di essere al lavoro e parlare al telefono con mia mamma e parliamo, logico, in dialetto, faccio ridere le colleghe che non sono abituate a sentir parlare così, perchè il dialetto alessandrino è un tantinello diverso, anche se simile (Paneburro può confermare, lei conosce benissimo il dialetto alessandrino, e ogni volta che mi sente parlare, si sganascia).

Bè, intanto, io posso affermare di non parlare in "dialetto" ma una LINGUA, vera e propria, e a questo punto, chissà che non sia davvero una discendente dei Celti... Mi piace, sì sì, mi piace! 


Altro motivo di "gaso" è merito del buon amico Tarlo che con questo post  (cliccate sulla parola "post" così lo vedrete) ha illustrato, con i suoi mirabili fumetti, una mia semplicissima battuta. Ciò mi ha fatto immenso piacere, facendomi sentire, nel mio piccolissimo, un po' "autrice". Grazie di cuore!

martedì 26 febbraio 2008

Mamma strana, bimba....strana, no?

E sennò mica sarebbe figlia mia! Dunque, prima di tutto promettete di non chiamare la neuro e poi racconterò...

Ieri, parlando con una collega, non so come (non lo ricordo, strano eh) siamo finite a nominare Angelo Branduardi e la sua "Fiera dell'est" e a me è tornato in mente (strano anche questo) che mia figlia, a cui piace molto Branduardi (anche a me piace), ha cominciato ad ascoltarlo quando aveva più o meno 2 anni. E credo che già questo sia parecchio strano.

Ma immaginate voi questa scenetta (così riderete). Luglio, mare. Bimba di 4 anni e mezzo seduta sul divanetto, piena di pustole per via della varicella (scoppiata appena arrivati al mare), con il lettore CD a palla, naturalmente il disco di Branduardi e lei che canta a voce spiegata questa canzone (che sentite in sottofondo), parole a memoria naturalmente (sa a memoria tutto il disco), e mi dice: "Mamy, canta anche tu!".

Avevo davvero paura che arrivasse la neuro.... Meno male che siamo intonate, almeno!


Il vecchio e la farfalla

(A. Branduardi)


La grande quercia

che da sempre vegliava

come un custode al confine del prato

lo vide un giorno apparire da lontano:

un vecchio uomo dal passo un po'lento...

Vieni, vecchio uomo, il tuo riposo io sarò,

il tuo corpo stanco in un dolce abbraccio accoglierò,

Vieni, vecchio uomo, il tuo riposo io sarò,

al canto delle fronde il tuo capo cullerò...

Il vecchio uomo

alla quercia si affidò

e dolcemente poi si addormentò...

L'uomo dormiva

e tra sè sorrideva

col vecchio capo appoggiato alla mano:

Sognò di essere diventato farfalla,

di aver lasciato il suo vecchio corpo...

la farfalla gialla su di un altro fiore si posò,

di essere un vecchio uomo addormentato poi sognò



domenica 24 febbraio 2008

Io l'avevo detto!!!

Per chi non crede che "anno bisesto... anno funesto", io lo avevo detto!! E sapete perchè?

Dunque, veniamo alle ultime novità.

Sarà più o meno un mesetto (guarda caso siamo a fine febbraio 2008, anno bisesto) che ho dei dolori molto forti ad una gamba, come se avessi delle scariche elettriche. Mi da molto fastidio perchè di solito mi vengono di notte, mentre dormo, quindi potete immaginare che delizia.

Come alcuni sapranno (e per chi non lo sa lo ripeto ora), nell'incidente del 2000 (altro anno bisesto! e che volete, son sfigata!) mi son rotta tutti e due i femori (perchè io le cose o le faccio per bene o non le faccio proprio).

Nei due interventi per aggiustare queste ossa mi hanno inserito un chiodo endomidollare (così si chiamano), naturalmente uno per ogni femore, completo di viti a fermare il tutto.

Un annetto dopo chiesi all'ortopedico se avessi dovuto togliere tutta sta ferraglia e lui mi disse che avrei dovuto subire altri due interventi, e visto che era passato troppo poco tempo, avrei potuto tenere tutto quanto fin che non mi avrebbe dato fastidio.

Ecco giunto il momento, ora, nel 2008 (anno bisesto, l'ho già fatto notare?).

Per cui comincerò a fare un intervento, femore destro, perchè è quello che mi fa più male.

Venerdi farò day hospital per poter effettuare tutti gli esami clinici, e poi lunedi 3 tornerò in ospedale per fare intervento, che, a detta del medico dovrebbe essere una cosa veloce (secondo me è troppo ottimista), e a sera, oppure il mattino dopo (io propenderei per la seconda soluzione) dovrei tornare a casa.

E, dopo 20-30 giorni di riposo, camminando con le stampelle, evitando scale, sforzi, ecc. ecc. dovrei tornare come nuova.

Quindi se nei prossimi giorni non sarò molto presente, è perchè cercherò di organizzare tutto quanto sia a casa che al lavoro. E quanto prima tornerò a rompere le scatole a tutti, statene certi!

giovedì 21 febbraio 2008

Rendiamo più leggero questo calderone

Visto che il mio carattere di base è di natura allegra, torniamo ad essere un po' più "leggeri".... (grazie Carla!)


PAUSA CAFFE'


Hai sentito? Il nostro capo è morto.

- Si.

- E' tutto il tempo che mi sto chiedendo chi sia morto con lui.

- Come sarebbe ... "con lui" ?

- Ma sì, ho visto che c'era scritto: "...con lui muore uno dei nostri più instancabili lavoratori..."


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 BON TON


Due amiche si incontrano:

"Sai, sono stata a Parigi, davvero una bella città !"

"Meraviglioso!"

"...e già che ero lì, ho fatto un corso di cucina, nouvelle cousine"

"Meraviglioso!"

"Nel tempo libero andavo in palestra e mi mantenevo in grande forma"

"Davvero meraviglioso!"

"Pensa che avevo anche il tempo di andare dal parrucchiere due volte a settimana e a fare i massaggi tutti i giorni"

" ... Meraviglioso!!"

"E tu cosa hai fatto di bello?"

"Un corso di -bon ton-"

"E ... cosa hai imparato?"

"Tante cose, per esempio a dire - meraviglioso! -"

"...perché, prima cosa dicevi?"

"Sti cazzi!"


mercoledì 20 febbraio 2008

unonovequattro

Per chi si permette di dire che è una legge da cambiare (o da cancellare), per chi si permette di giudicare, e afferma, senza esserci passato, che si decide "con leggerezza"...




1996. Arriva il tempo in cui tu e tuo marito decidete di avere un figlio. Così cominciate col fare i cosiddetti esami "prenatali" (un semplice prelievo di sangue), perchè volete, come tutti quanti, che vostro figlio abbia il meglio dalla vita, a cominciare dalla salute.

Gli esami non danno problemi, e così, dopo qualche mese scopri di essere incinta. Da lì cominciano i soliti controlli di routine, tra cui il TRITEST, un semplice prelievo di sangue che può rivelare la probabilità di malattie genetiche quali ad esempio la Sindrome di Down e la Spina Bifida. Non tutti gli ospedali effettuano questo esame e così ti rechi a Genova. Ti fanno il prelievo e ti dicono che devi aspettare 15 giorni.

Dopo una settimana ti chiamano. Devi tornare in ospedale, c'è qualcosa che non va.

Il tritest ha dato esito positivo, il che non significa per forza che il tuo bambino ha una di quelle due malattie già indicate, però può avere comunque una malattia genetica. Oppure, nel migliore dei casi, è un falso positivo, e il tuo bambino è sano. Capita anche questo. Comunque, l'unica possibilità per esserne sicuri è l'amniocentesi, che, dato il tempo di gestazione (15 settimane), è un esame da fare subito, ma che può dare con sicurezza delle risposte.

Così, quello stesso giorno, ti fai bucare la pancia. Un ago sottilissimo e lungo ti buca la pancia guidato da un'ecografia, per prelevare un pochino di liquido amniotico con cui comporre la mappa genetica. C'è 1 possibilità su 100 che si perda il bambino. E di nuovo ti dicono di aspettare 15 giorni.

Dopo 10 giorni ti chiamano, devi tornare in ospedale. Lì ti accoglie una dottoressa molto gentile che con dolcezza ti spiega che dall'amniocentesi è risultato che il tuo bambino, maschio, è affetto da  Sindrome di Klinefelter e comincia a descriverti la malattia, con tutte le conseguenze che porta.

Cominciano a ronzarti nella testa parole come RITARDO MENTALE (non si sa bene di quale gravità), MALATTIA RARA (e quindi non ancora definita nei suoi disturbi), e tante altre conseguenze fisiche che fanno un quadro clinico con un futuro, se va bene, fatto di medicine, cure, ospedali.

Il consiglio è uno solo: ABORTO TERAPEUTICO. Da effettuarsi prima possibile. "Siete giovani, avrete altri figli, e non è detto che la cosa si ripeta, perchè questa è una malattia casuale, non ereditaria".

Così, dopo aver trascorso un paio di giorni parlandone fino alla nausea, ti ricoveri e passi i successivi 2 giorni a fare controlli clinici e colloqui con gli psicologi. PERCHE’ NON E’ UNA DECISIONE FACILE.

Ore 8 del mattino. 28 settembre 1996. Tu sei incinta da 18 settimane. E comincia il “trattamento”. Ogni 4 ore ti introdurranno in vagina un ovulo che provocherà delle contrazioni, che porteranno alla fine ad un mini parto. Tu chiedi perché questo metodo, e non una cosa più veloce. Ti spiegano che l’aspirazione non è possibile perché il feto è troppo grande, e un cesareo non è neanche da pensare. E così arriva il primo medico con il primo ovulo. Idem a mezzogiorno. Ad ogni nuovo ovulo le contrazioni aumentano. Alle 16 cambio di turno del medico e di nuovo ovuli, e di nuovo alle 20.

A mezzanotte nuovo cambio di turno. Arriva un medico e mette l’ovulo sul comodino, dicendoti che essendo lui obiettore di coscienza, non ti aiuterà ad uccidere una vita. Certo, perché invece per te è facile. Una parte di te sta morendo per sempre insieme al tuo bambino e questo bastardo si permette di dire cose del genere. Poteva andare a lavorare in miniera!

Mentre senti tuo marito che discute col “medico” fuori dalla camera, prendi l’ovulo e te lo inserisci da sola. Stessa operazione alle 4 del mattino.

Alle 7 ancora non succede nulla, e tu mandi a forza tuo marito, che è stato sveglio tutta la notte con te, a fare colazione. Lui esce e, sembra fatto apposta, ti si rompono le acque. Le infermiere ti portano in sala parto, e con una sola spinta, tutto è finito, e tu ti ritrovi a piangere senza riuscire a smettere. E una parte di te è morta per sempre. Anche se sei convinta di aver preso la decisione giusta, e che in caso contrario ti saresti sentita egoista ed incosciente.


Dopo quasi 12 anni leggi che una donna di Napoli ha avuto la tua stessa esperienza, aggravata dal fatto che un IDIOTA IGNORANTE a cui permettono di parlare in tv e sui giornali, dice delle emerite VACCATE, senza neanche sapere di cosa parla.



Perché a volte è un dovere oltre che un diritto, e nessuno può decidere per noi. Firma la petizione.




martedì 19 febbraio 2008

Ecco cosa devo ancora imparare

Non spiegare mai. 

I tuoi amici non ne hanno bisogno

e i tuoi nemici non ti crederebbero comunque.

[Elber Hubbard]


Questo è il mio prossimo traguardo. Ce la farò? La vedo molto dura, ma molto molto molto dura. Passo un sacco di tempo a spiegare, chiarire, giustificare ogni mia frase, ogni mio comportamento. Mi piace esser chiara e limpida e quindi dico le cose in tutte le salse... A volte serve, molte volte no. Ancora devo capire quando serve. Ultimamente non è servito a un bel niente, anzi trovo che cercare di spiegare abbia peggiorato le cose.

lunedì 18 febbraio 2008

A misura di bambino....

No, non ho più una casa a misura di bambino. Me ne accorgo ogni volta che vengono a casa mia i miei nipotini (i gemellini) di 3 anni. Ieri infatti son venuti loro e insieme è venuta anche mia cugina con suo figlio di 4 anni, per cui abbiamo passato il tempo a dire: "Attento! Non correre! Fai attenzione agli spigoli! Non ti sedere sul tavolino che è di vetro!" e cose del genere.

Da lì la riflessione, e la consapevolezza che ormai mia figlia è grande, e la nostra casa si è anche modificata a seconda delle sue esigenze.

Infatti ricordo che fino ai suoi 6-7 anni il tavolino in salotto era in garage, le casse dello stereo (che ora sono sugli stand, cioè su specie di piedistalli) non erano neanche collegate, e la parte bassa di tutti i mobli era praticamente spoglia.

Ora invece, lei è la prima a fare attenzione a non urtare le cose, ad evitare ostacoli, cosa che invece ieri, quei 3 disastri non facevano.

Però che pomeriggio divertente! Con mia nipote che si trasportava per casa una bambola + grande di lei, e per portarla in giro faceva 3 passi in avanti e 2 all'indietro.

Mio nipote che invece saltava sul divano e si lanciava, prendendosi anche una craniata per terra, ma stoico non ha pianto (anche perchè sennò si sarebbe anche preso una sculacciata ihihihi).

Il cuginetto invece è più calmo (anche se i genitori dicono di no), e siccome comincia ad essere attratto dai videogiochi, per un po' è stato tranquillo in poltrona a giocare con mia figlia.

Ieri sera però ero stanca. Stanca ma felice.

venerdì 15 febbraio 2008

di nuovo weekend

Tra le canzoni che ascolterei all'infinito (e degli Stadio ce ne sono davvero tante), c'è anche questa.

Con un volo d'amore vi auguro un buon weekend!


 


giovedì 14 febbraio 2008

perchè....

.... l'amore

non e' nel cuore,

ma e' riconoscersi dall'odore.

E non puo' esistere l'affetto

senza un minimo di rispetto


e siccome non si puo' farne senza

devi avere un po' di pazienza

perche' l'amore e' vivere insieme

l'amore e' si volersi bene

ma l'amore e' fatto di gioia

ma anche di noia.


(E. Finardi - Non è nel cuore)

mercoledì 13 febbraio 2008

martedì 12 febbraio 2008

parole "rinfrescate"

E' proprio il caso di dirlo, poi capirete perchè.

Questa sera, a cena, mio marito racconta che stamattina in banca, di prima mattina e primo della fila (strano ma vero), si imbatte in un cassiere che, non riuscendo ad attivare il pc, si è scusato dicendo: "eh, dovrei proprio andare in pensione, stamattina sono OBNUBILATO".


Ora, a parte la battutaccia di mio marito che mi ha detto che aveva voglia di rispondergli: "scusi, ma non si dice OBCELIBATO per gli uomini?", io già stavo sganasciandomi dalle risate per l'uso di questa parola (obnubilato, manco riesco quasi a scriverla), che direi  possa definirsi ormai obsoleta (ma tutte parole con la ob? ihihihihi).

Comunque, mio marito, e mia figlia di rimando, chiedono cosa caspita vuol dire OBNUBILATO. Io spiego che il significato dovrebbe essere sinonimo di ANNEBBIATO, CONFUSO, e in ogni caso, corro a prendere il tomone del dizionario, che alla voce OBNUBILARE così recita:


ob|nu|bi||re

v.tr. (io obnùbilo)

ottundere temporaneamente le facoltà psichiche, la lucidità mentale


Bene, dopo aver letto la definizione, eravamo tutti tranquilli e così rimetto a posto il dizionario... ma, e qui sta il bello.... dove lo ripongo, secondo voi? Uhm... quasi quasi ci faccio un giochino...


Ok! Detta e pensata!


Giochino: pensate a dove posso aver messo il dizionario dopo aver letto la definizione!


Dite la vostra e poi dirò la mia (cioè la verità, anche se ciò farà di me un'obnubilata per natura).


 Sappiate solo che la mia famiglia sta ancora ridendo ora, nel sonno...

lunedì 11 febbraio 2008

Finalmente...

Ho imparato a non farmi più paranoie per tutto ciò che non riesco a spiegarmi, per le "amicizie" che si comportano in modo strano dal solito senza dare alcuna motivazione, e poi (capita) si allontanano.

Forse è scattata l'autodifesa, o l'egoismo, o il menefreghismo, oppure tutte queste cose insieme, ma lo scudo ha funzionato.

Lo dispiego a paravento, per lasciarci dietro tutti i pensieri distorti, le elucubrazioni, le domande a cui non posso avere risposta.

Per me che amo la linearità e la chiarezza in tutte le cose, è un bel cambiamento, no? Ma ho deciso che non voglio più perder tempo e risorse per cose e  persone che in fondo non meritano così tanta attenzione.

Per cui lascio il mio scudo a proteggermi dalle sensazioni negative  per potermi così rivolgere con serenità a tutto ciò che mi arriva di positivo (e so che c'è).

venerdì 8 febbraio 2008

Un po' di brividini

Stamattina, in macchina, mentre mi recavo al lavoro, ho ascoltato questa canzone... Spero vi dia le stesse emozioni che ha dato a me.


BUON WEEKEND!


 


mercoledì 6 febbraio 2008

Se non son matti....

Della serie appunto "se non son matti non li vogliamo", ecco un  semplicissimo esempio dell'ambiente di lavoro in cui sono capitata da ormai più di un anno... E credetemi, questo è niente, diciamo anche di mooooolto peggio!!!! Cliccate e leggete...


In ufficio...




Avvertenze: stiamo preparando il brevetto da presentare per la registrazione, quindi non pensateci neanche a scopiazzare l'idea, capito?

lunedì 4 febbraio 2008

Il letto di piume

Vi è mai capitato di dormire in un letto di piume?

Quando ero piccola, la mia nonna paterna aveva il letto con il materasso di piume. Era morbidissimo. Lei al mattino lo sprimacciava così tanto che diventava gonfio gonfio, altissimo.

Siccome mio nonno ha sempre avuto problemi di circolazione, ogni tanto doveva ricoverarsi in ospedale per fare delle cure, e così io e i miei cugini facevamo a gara per dormire con la nonna.

Inutile dire che il più delle volte vincevo io.

E così, arrivata la sera, quando si andava a dormire, io dicevo alla nonna di sdraiarsi per prima, così la parte dove mi sarei sdraiata io diventava ancora più alta.

Poi prendevo la rincorsa e mi tuffavo su quella montagna di piume, che mi avvolgevano per tutta la notte tenendomi al caldo.

E naturalmente, al mattino, era una gioia aiutare la nonna a "gonfiare" il letto. Troppo divertente!

Quanto mi mancano i miei nonni, e insieme mi manca anche il calore e la morbidezza di quel letto...


piuma

Foto presa dal sito di Vane